Capitolo V: Charlo, New Brunswick (I Parte)
di Luca Palmieri


15 - 22 agosto 1996

Appena sceso dal treno ho subito pensato che tutte quelle ore di viaggio ne erano valse la pena. Ora mi sento in Canada...Charlo è un paesino incantevole, disposto in lunghezza sulla costa dell'Oceano. Ci abitano appena 1500 persone, la maggior parte delle quali appartenenti al ceppo francofono. Il New Brunswick e la Province du Quebec sono le due province in cui la maggioranza della popolazione parla il francese.

Arrivato a casa di Shanna, ho fatto conoscenza con Maggie, la sua simpatica cagnolina tanto affettuosa. Poi ho conosciuto tutta la famiglia di Shanna. Le ore di treno si sentivano un po', ma a me piace molto parlare con i nuovi amici e così dopo una nutriente colazione, con Shanna e la piccola Maggie siamo andati a fare una passeggiata, per visitare un po' Charlo. Il paese non ha un suo centro vero e proprio, poiché si tratta di un villaggio residenziale, ci sono soltanto abitazioni: tante simpatiche casette in legno circondate da un prato verde come non mai.

All'entrata di Charlo c'è un ristorante-tenda che si affaccia sul mare le cui specialità sono i piatti di mare...soprattutto il salmone che da generazioni viene pescato. Domina la baia una centrale termoelettrica che perennemente fuma, e poi un lungo ponte verde che abbrevia la strada tra New Brunswick e Province du Quebec.

Ma è al tramonto che la baia è meravigliosa...il cielo diventa dorato e l'oceano diventa tutt'uno con l'orizzonte e i gabbiani sembrano tuffarsi nel cielo.

In lontananza si vede la costa del Quebec, con i suoi boschi, e alcuni isolotti dove è possibile accamparsi. C'è un gran silenzio...si può sentire qualche gabbiano che cerca del pesce, e talvolta le foche e le balene.

E' davvero un paradiso, in pochi sanno di questo piccolo villaggio. Villaggio che è isolato ma non più di tanto, poiché a pochi chilometri ci sono alcune cittadine, come Dalhousie e Campbellton, capoluogo della contea. A Campbellton c'è un grande monumento al salmone, poiché la pesca è la principale attività della zona.

Da Cambellton con il ponte tutto verde che passa sulla baia si arriva nella Province du Quebec, proprio dove vi è la riserva indiana dei Micmac...indiani pacifici che la storia dice siano stati i primi ad incontrare gli europei e ad aiutarli nei rapporti commerciali con l'interno del paese. Ora i Micmac sono fonte di turismo, con alcuni prodotti fatti a mano. La cosa simpatica è che nella riserva ci sono alcuni segnali stradali espressi in CREE, lingua dei Micmac!

La sera i giovani della zona usano trascorrerla nei due club di Cambellton, e così il sabato siamo andati a divertirci un po', prima nella Ben's Tabern e poi in un dico-club. Anche nel New Brunswick come del resto in tutto il Canada, il tempo stringe...le due di notte arrivano subito, comunque le ore trascorse ad assaggiare la birra canadese, tra cui la Moosehead, la birra dell'alce, che si trova solo nel Canada orientale, e a ballare tutti insieme. La gente a Cambellton è semplice, amichevole e molto affettuosa...proprio come piace a me, e mi sono trovato subito a mio agio.

Alle due fanno partire l'ultimo ballo...lento, così da riorganizzare le idee, e poi tutti a casa...ma a Campbellton c'è la possibilità di ballare un'altra ora, basta attraversare il ponte, spostare l'ora e divertirsi un altro po' in territorio "quebecois".


A Charlo ho avuto modo di fare lunghe passeggiate in bicicletta, nei boschi, a piedi nelle acque gelide del fiume Charlo...e ho ammirato le piccole ma meravigliose "Charlo falls", dove è possibile fare il bagno. Sembra uno spicchio di mondo a parte...ed è una maginifica esperienza camminare nel fiume e poterne bere l'acqua, qualcosa di unico che non mi sarei mai immaginato di fare...ma in un contesto così bello...non potevo non mancare. Pensare che presto si sarebbe tornati alla normalità, rendeva quello spettacolo naturale ancora maggiore, e mi metteva l'idea che dovevo ritornare a Charlo.

In un piccolo villaggio ci sono molte attività da fare durante l'estate...e la gente non resta di certo ferma...poiché anche nel New Brunswick l'estate è molto breve, e l'inverno freddo con la neve arriva già a novembre, e tutti sperano che l'estate duri un po' più del previsto, the Indian summer, con le calde giornate di ottobre.

La bellissima baia non può che non essere esplorata, così una mattina con Shanna sono stato su un battello che faceva il giro della zona. La giornata non era delle migliori, e non c'era molta gente, ma l'oceano era calmissimo e il silenzio tutt'intorno era molto suggestivo. Siamo riusciti a scorgere un paio di foche che nuotavano, e molti uccelli appollaiati sugli scogli.

Ma è andare a cavallo la cosa più bella in Canada, fra le foreste incontaminate. Con Shanna, la sorella e la mamma, siamo andati a Point à la Croix, nel territorio della Province du Quebec, poco dopo la riserva indiana. La giornate era delle migliori ed eravamo tutti pronti a farci 2 ore a cavallo. La fattoria si trovava a una mezzoretta dal ponte, in una stradina di campagna e ai piedi di un bosco enorme. Un simpatico signore, padrone dei cavalli ci faceva da guida...e prima di tutto ci ha fatto vedere i cavalli. Grandi sauri, con nomi simpatici...uno molto bello con un nome indiano che significava vento caldo! A me è capitato TRIGGER, bella bestia, diceva il più "wild", il più selvaggio e veloce. Che fortuna eh? Non mi veniva in mente cosa significasse "trigger"...poi me lo hanno spiegato, "trigger" è il grilletto della pistola, che quando scatta spara! E infatti il mio cavallo non voleva essere seguito da nessuno, altrimenti iniziava a scalciare. Era la prima volta che cavalcavo, e finché stavamo fermi era tutto ok. Intanto mi venivano spiegate le regole principali per far camminare il cavallo, farlo girare, come tenere le briglie e roba varia, ma questo caro signore parlava con un accento molto stretto, e non è che capivo tutto al volo, così alla fine gli ho fatto alcune domande...

Finalmente siamo partiti, alla volta del West...seee magari! Subito nella foresta, in uno stretto sentiero umido e fangoso, ma mi divertivo un sacco, non è difficile "guidare" un cavallo. Io seguivo il resto della compagnia, eravamo in 5. Ogni tanto ci facevamo una trotterellata, basta prendere il ritmo giusto e si salta poco. C'erano un sacco di mosche che pizzicavano, mannaggia a loro...ma quando si cavalcava ce le perdevamo subito. Trigger si comportava bene, passeggiava bene, si fermava agli ostacoli, tipo tronchi, attraversandoli passo passo. Abbiamo fatto una breve pausa per far riprendere fiato ai cavalli e sgranchirci un po'. E dove ci siamo fermati si godeva un fantastico panorama e si riusciva a scorgere il punto da dove eravamo partiti, una bella camminata! Parlando con il "capo", mi diceva che ero l'unico Italiano ad aver cavalcato lì, di turisti ce n'erano, ma la maggior parte Americani e Australiani, che diceva essere molto grezzi e pazzi! C'era poi la possibilità di far cavalcate di anche 5 ore, con un pranzo al lago...e penso sia una cosa molto bella! Gli chiesi durante l'inverno come facesse...e mi rispose che fino alla prima settimana di dicembre anche con la neve lui cavalcava...poi si riprendeva a fine marzo.

Dopodiché abbiamo ripreso il cammino...mi venivano in mente i film western, nella foresta poteva spuntare un indiano! hehhehe...solo sogni, ma è bello sognare e in un posto così!!! Facevamo un po' di cammino e un po' di trotto, ma non mi sarei mai sognato di poter galoppare la prima volta che cavalcavo! Siamo giunti in una radura, abbiamo visto una bold eagle volare...l'aquila dalla testa bianca, simbolo degli USA, ed è stato molto bello. Ed eccoci in una radura...al passo...poi mi chiede..."would you like bla bla bla?"...boh?! forse vuol trottare un po'...ma si!!! "ok...let's go" gli rispondo...Quello fa un fischio e i cavalli partono in quinta...aveva detto "GALOPING"...mamma mia!!! Sembrava di volare!!! Sentivo due passi e un salto, bestiale! Avanti a me la sorella di Shanna si aggrappava alle briglie, io non capivo più nulla, so solo che era troppo emozionante! Grande velocità!!! Poi i cavalli hanno rallentato e ci siamo orientati verso il sentiero. Bellissima esperienza! Si vede che eravamo in ritardo, perché quello ha rifatto un fischio e siamo ripartiti al galoppo, nel sentiero, schivando i rami degli alberi! Il cavallo era gasato, io pure, così ho iniziato ad agitare le briglie e a fare i versi dei cowboys...AMMAZZATEOH!!! Che divertimento!!!

Mi sono spaccato...non si dice cosa...ma è stato meraviglioso! Adesso ho capito perché i cowboys camminano a gambe larghe...


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CAPITOLO VII CHARLO, NEW BRUNSWICK (SECONDA PARTE)
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